Saturday, February 21, 2009

The Flying Lizards - The Flying Lizards (1979) LP Vynil-rip


Thanks to the break-away success of the "Money (That's What I Want)" single, this Dada/Fluxus inspired debut album by The Flying Lizards became an instant sleeper (even being released on 8 track!), and ultimately made it onto a certain generation's list of "favorite albums of all time" because of it's catchy humor and accessibly abstract qualities. Arty and erratic, but somehow symmetrical, this album has everything from irreverent Zappa/Residents humor and catchy Kraftwerk robotics, to Eno sound-scapes and chilly, Joni Mitchell-esque ballads framed in Cage found-sound hi-jinks. The postmodern subjects of the album are often presented in a quirky and robotic sound that was appropriate for (and slightly ahead of) it's time. Yet for the Lizards, even when the sound of the music is stop/start herky-jerky and Devo-esque, it's mid tempo sound is heavily reverb-ed, spacious and soothing. In some of the album's brightest moments, themes of 80's materialism and Orwellian prophecy are conveyed not with synths, samples and deconstructed 4/4 beats, but with sounds of breezy dub, homemade percussion and the hum-able summer dusk ambiance of your favorite modern suburb.....(Read the rest of the article on www.markallencam.com)

Irlandese di nascita, David Cunningham si formo` artisticamente a Londra, dove dapprima s'avvio` alla pittura e al teatro. Introdotto invece alla musica dell'avanguardia, compose Error System, raccolto su Grey Scale (1977), un brano manifesto dell'alea inglese (gli esecutori devono ripetere un pattern fisso all'infinito, ma appena uno di essi sbaglia gli altri devono cominciare a ripetere il suo sbaglio, e cosi` via). In breve il compositore divenne anche produttore, aiutando gruppi punk e post-punk in erba a registrare i loro dischi.

La familiarita` con la musica elettronica e con lo studio di registrazione tornarono utili quando Cunningham decise di dar vita a un gruppo rock, un'idea immortalata sull'album Flying Lizards (Virgin, 1980). Annidate fra cover tecnologiche irriconoscibili di Eddie Cochran e Brecht/Weill, le ballate elettroniche di Cunningham hanno il sapore del divertimento colto, realizzato giocando in studio a chi le combina piu` grosse. Un certosino lavoro di overdub supplisce ampiamente alla (voluta) scarsezza della strumentazione: Cunningham si comporta come un artigiano i cui arnesi sono le macchine dello studio (corredate da oggetti casuali, quali scatole metalliche e fogli di carta) e la cui materia prima e` la pop song. Alla fine e` capace di erigere un'imponente sinfonia per ritmi meccanici e voci bianche, trafficando sicuro e disinvolto le alchimie opposte della sperimentazione e del consumo, all'insegna delle teorie "storiche" delle avanguardie underground e psichedelica.
Alle tastiere Cunningham emula Brian Eno, stende cioe` quel tappeto di effetti che serve a creare il contrasto fra prima e dopo la scienza. Rispetto a Eno c'e` comunque un uso piu` fantasioso delle parti vocali (soprattutto il fascino arcano di Her Story, nenia paradisiaca per solfeggio femminile con inflessioni da muezzin simile a certi fischiettii metafisici di Wyatt), un tono medio piu` umoristico (la satira surreale di TV, quasi una Bonzo Band con qualche circuito in piu`).
Su tutto svetta il tribalismo disco-psichedelico di Russia, delirio pantagruelico senza ritegno al limite della "devoluzione", prototipo della nuova musica metronomica perturbata da improvvisazioni impercettibili e da gag grottesche) e infine una maggior dimestichezza con le cose dell'avanguardia (il minimalismo rock di The Flood, la cupa elettronica teutonica di Trouble, fino all'alea di Events During The Flood, un brano per l'appunto costruito su un altro brano, come dice il titolo). Gli unici elementi sistematici sono il drumming ossessivo del ballabile moderno e un canticchiare di fantasmi fuori campo. Ad essi il genio del compositore sovrappone un numero impressionante di trovate, minute e stupidine, che costituiscono in fondo la vera essenza dei brani. Attraverso queste caricature stranianti il complesso celebra l'apoteosi programmata dell'idiozia collettiva.
Non a caso le sue devastanti cover lo segnalano come il piu` pericoloso dei terroristi del meta-rock (e in particolare il massacro scientifico di Money, forse il piu` bel risultato di sempre in fatto di cover).



Der song von Mandelay


Ripped from vynil at 320kbps
Enjoy

No comments:

Post a Comment